Quand’è che proviamo riconoscenza per qualcuno? A prima vista diremmo che la proviamo verso tutti coloro che ci hanno aiutato, ma non è così.Quelli che si amano non la provano. Pensate a due innamorati. Ciascuno fa tutto quello che può per l’amato ma nessuno sente un debito di riconoscenza. Chi si ama non tiene una contabilità del dare e dell’avere: i conti sono sempre pari. Solo quando l’amore finisce riappare la contabilità e ciascuno scopre di aver dato più di quanto non abbia ricevuto.Però anche fra innamorati ci sono dei momenti in cui il tuo amato ti dona qualcosa di straordinario, qualcosa che non ti saresti mai aspettato ed allora ti viene voglia di dirgli un «grazie» che è anche riconoscenza.Insomma la riconoscenza nasce dall’inatteso, da un «di più». Perciò la proviamo spesso verso persone con cui non abbiamo nessun rapporto ma che ci fanno del bene spontaneamente. Per esempio a chi si getta in acqua per salvarci rischiando la vita, a chi ci soccorre in un incidente, a chi ci cura quando siamo ammalati. Ma anche a chi ci aiuta a scoprire e a mettere a frutto i nostri talenti nel campo della scienza,dell’arte, della professione per cui, quando siamo arrivati, gli siamo debitori. La riconoscenza è perciò nello stesso tempo un grazie e il riconoscimento dell’eccellenza morale della persona che ci ha aiutato.Quando proviamo questo sentimento, di solito pensiamo che durerà tutta la vita, invece spesso ce ne dimentichiamo. E se quella persona ci ha fatto veramente del bene allora la nostra è ingratitudine. Ma la chiamerei una ingratitudine leggera, perdonabile. Perché purtroppo c’è anche una ingratitudine cattiva, malvagia. Vi sono delle persone che, dopo essere state veramente beneficiate, anziché essere riconoscenti, provano del rancore, dell’odio verso i loro benefattori. Ci sono allievi che diventano i più feroci critici dei loro maestri e dirigenti che, arrivati al potere diffamano proprio chi li ha promossi. Da dove nasce questa ingratitudine cattiva? Dal desiderio sfrenato di eccellere. Costoro pretendono che il loro successo sia esclusivamente merito della propria bravura e si vergognano ad ammettere di essere stati aiutati. Così negano l’evidenza,aggrediscono il loro benefattore. E quanti sono! State attenti: quando sentite qualcuno diffamare qualcun altro, spesso si tratta di invidia o di ingratitudine malvagia. Guardatevi da questo tipo di persone.
(Francesco Alberoni http://www.ilgiornale.it/news/culla-dellingratitudine.html)
QUALCHE PROVERBIO AFORISMO
- Amico beneficato, nemico dichiarato.
- Avuta la grazia, gabbato lo santo.
- Bene per male è carità, male per bene è crudeltà.
- Chi non dà a Cristo, dà al fisco.
- Chi rende male per bene, non vedrà mai partire da casa sua la sciagura.
- Comun servizio ingratitudine rende.
- Dispicca l’impiccato, impiccherà poi te.
- Fate del bene al villano, dirà che gli fate del male.
- Il cane che ho nutrito è quel che mi morde.
- Il cuor cattivo rende ingratitudine per beneficio.
- Il mondo ricompensa come il caprone che dà cornate al suo padrone.
- L’ingratitudine converte in ghiaccio il caldo sangue.
- L’ingratitudine è la mano sinistra dell’egoismo.
- L’ingratitudine è un’amara radice da cui crescono amari frutti.
- L’ingratitudine nuoce anche a chi non è reo.
- L’ingratitudine taglia i nervi al beneficio.
- Maledetto il ventre che del pan che mangia non si ricorda niente.
- Non c’è cosa più triste sulla terra dell’uomo ingrato.
- Non far mai bene, non avrai mai male.
- Nutri il corvo e ti caverà gli occhi.
- Nutri la serpe in seno, ti renderà veleno.
- Quando è finito il raccolto dei datteri, ciascuno trova da ridire alla palma.
- Render nuovi benefici all’ingratitudine è la virtù di Dio e dei veri uomini grandi.
- Tu scherzi col tuo gatto e l’accarezzi, ma so ben io qual fine avran quei vezzi
- Val più un piacere da farsi che cento di quelli fatti.
In amore, chi più riceve, ne è seccato: egli prova la noia e l’ingratitudine di tutti i ricchi.
Philippe Gerfaut
L’ingratitudine è sempre una forma di debolezza. Non ho mai visto che uomini eccellenti fossero ingrati.
Johann Wolfgang Goethe, Massime e riflessioni, 1833 (postumo)
Spesso l’ingratitudine è del tutto sproporzionata al beneficio ricevuto.
Karl Kraus, Di notte, 1918
Ci sono assai meno ingrati di quanto si creda, perché ci sono assai meno generosi di quanto si pensi.
Charles de Saint-Evremond, Sugli ingrati, XVII sec.
Il cuore dell’uomo ingrato somiglia alle botti delle Danaidi; per quanto bene tu vi possa versare dentro, rimane sempre vuoto.
Luciano di Samosata, Scritti, II sec.
Un solo ingrato nuoce a tutti gli infelici.
Publilio Siro, Sentenze, I sec. a.e.c.